venerdì 31 luglio 2015

Nutrire la fame del cuore

«Datevi da fare per il cibo che dura per la vita eterna…»: parole dirette questa domenica ci rivolge Gesù per scuoterci e aiutarci a fare verità. Su che cosa? Su cosa stiamo cercando, in chi stiamo riponendo la nostra fiducia. Maria è stata lodata da Elisabetta e in fondo da tutta la Chiesa per la sua genuina fiducia nella Parola. Chi più di lei può aiutarci a capire questo invito del Signore? Se guardiamo al brano di Giovanni (6,24-35) ci rendiamo conto che c’è quasi un conflitto tra quello che dice Gesù e quello che dicono gli uomini, quella folla che lo stava seguendo con insistenza dopo che aveva fatto esperienza della moltiplicazione dei pani e dei pesci. C’è una tensione palpabile: la folla chiede di toccare, quantificare, soddisfare i sensi, Gesù chiede di credere, di affidarsi, di nutrire un'altra fame, quella del cuore. 

Tutto il dialogo-confronto è fatto dall’opposizione tra il fare e l’essere, il compiere e il credere. Le persone sono preoccupate di fare, avere qualcosa tra le mani, da stringere, Gesù è assolutamente libero da questi desideri di possesso e parla della bellezza di credere. In questo senso si tratta questa domenica di una Parola molto mariana. Maria ha lasciato perdere tutte le esigenze e i bisogni indotti e ha preferito vivere della Parola. Ha riconosciuto la sua sete autentica e ha capito che la risposta ce l’aveva Dio, a cui si è affidata. Maria ha compreso che se diamo spazio ai bisogni, perdiamo gradualmente la libertà. Non siamo più noi a decidere dove dirigere i nostri interessi, ma sono loro a tirarci. La soddisfazione per un bisogno appagato dura poco e dà l’impressione di portarsi via la nostra gioia. In realtà la delusione deriva dall’aver sperimentato che non era quello il bisogno più vero ed urgente. Era moneta falsa!


Maria ha scelto il ritmo lento della fiducia, fatto di valorizzazione del piccolo e del poco. Meglio avere di meno e godere di più, che avere tanto e vivere l’ansia del cuore, essere perennemente in ricerca. Maria ha goduto della dolcezza che la fiducia dona al cuore. Della stabilità, della sicurezza di sapersi accompagnata da Dio, il quale conduce a buon fine qualsiasi situazione, se la affidiamo a Lui. Ci insegna che è cosa buona riconoscere la nostra sete di amore, e che questo è il bisogno più vero e fondamentale per il quale dobbiamo darci da fare. In questa ricerca dobbiamo spenderci totalmente, fino alla fine. 

«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Davanti ai tanti messaggi che vogliono farci credere che oggetti e viaggi e chissà cos’altro possa renderci sazi e felici, ci viene da sorridere per tanta ingenuità e nello stesso tempo ci rendiamo conto che bisogna impegnarsi al massimo per aiutare gli altri a non farsi ingannare, e a non continuare a credere che la sete del cuore possa avere come suo appagamento qualcosa che non sia Dio e il suo amore. 

sabato 11 luglio 2015

Resi capaci di scacciare i demoni

Gesù in questa domenica estiva chiama i Dodici e li invia dandogli il potere sugli spiriti impuri (cf. Mc 6,7-13). Un messaggio chiaro sul quale non ci sono dubbi: come cristiani siamo chiamati a scacciare i demoni. Con quali mezzi? Non certo quelli della violenza, dell'imposizione, della forza. Ma quelli che lo Spirito di Cristo ci dona.

L'affidamento a Maria è il mezzo privilegiato per portare la luce di Cristo negli ambienti in cui viviamo, lottiamo, soffriamo. Maria infatti come Immacolata porta il serpente infernale sotto i piedi. Gli schiaccia la testa, impedendogli di mordere i suoi figli. Il veleno che oggi sta entrando nelle nostre realtà è quello dell'antiumanesimo, delle ideologie atee che stanno lavorando instancabilmente contro l'uomo. Contro l'uomo, contro la famiglia, contro l'etica, contro la verità. La battaglia è al livello dei valori. Qui si sta giocando il futuro dell'umanità. Maria ci dice di ascoltare Gesù e Gesù ci mostra la strada della fiducia in Lui. «Andate e senza sicurezze umane, senza prendere nulla per il viaggio, portate al mondo la luce della mia verità. Parlate, non abbiate paura, esponetevi, non temete, vi difendo io, siate figli, guarite il mondo con la mia benedizione».

Maria non ci è accanto per cullarci nelle nostre esigenze di cura e riposo, ma perché così amati e rafforzati andiamo sicuri del fatto che la nostra stessa persona ha la forza di illuminare le tenebre. Se ci affidiamo totalmente a lei, per forza di cosa saremo capaci di scacciare i demoni. Che sono l'aggressività, l'ignoranza, l'orgoglio, l'autosufficienza, l'egoismo, la chiusura al trascendente, la mancanza di rispetto, il calpestare i diritti fondamentali della persona, la menzogna e ogni forma di negatività. È questo il messaggio forte e nello stesso tempo dolce del Signore, quello di abitare il nostro presente con coscienza missionaria. Possiamo anche non uscire di casa eppure essere i più grandi missionari se avremo fatto crescere tra le mura domestiche i valori e il bene.


Maria è stata contemplativa e attiva, ha fatto tanto ma solo dopo avere pregato tanto, ha camminato anche lei per le strade della Palestina ma solo perché era Gesù a fissare la rotta. Maria ci è accanto per camminare con lo stesso coraggio e la stessa fede che hanno caratterizzato la sua vita. Riprendiamo fiducia nella nostra capacità di cambiare le cose. Non siamo impotenti. Siamo deboli, ma non impotenti. Cristo ci spinge. Chi può fermarci? Se camminassimo per conto nostro, certo che dovremmo avere paura di fallire, ma dal momento che camminiamo con Cristo, accompagnati dalla guida materna di Maria, siamo certi che vinceremo. Dove entreremo, scacceremo i demoni, liberando i nostri fratelli dalle loro tante schiavitù. 

mercoledì 1 luglio 2015

Mi vanto delle mie debolezze

A volte un filo d’erba ci fa sussultare per la sua bellezza, mentre tutti gli effetti speciali prodotti dagli uomini disturbano come moneta falsa. A volte una parola ci cambia la vita, mentre tutte le pagine e pagine di libri, riviste, siti web, social network, messaggi degli smartphone scorrono insignificanti e stancanti. «L’anima mia magnifica il Signore perché ha fatto grandi cose in me, piccola e povera», dice Maria, giovanetta, mentre contempla la presenza amorosa di Dio nella sua giornata, in ogni attimo, in ogni sguardo posato, pensiero fatto, gesto compiuto.

Che armonia meravigliosa poter vivere sintonizzati con Dio! Maria vuole solo donarci questa verità, non cerca altro, lei che ha trovato tutto in questa relazione di rispetto e amore con il Dio vivente, il Padre del suo popolo, e per lei, il Papà sempre vicino, sempre infinitamente misericordioso.

Questa domenica nella seconda lettura san Paolo ci parla di grandezza e piccolezza, e anche il Vangelo fa lo stesso. Gesù non può aiutare i suoi compaesani perché loro non si fidano di lui. Il motivo: la sua semplicità. Sì, un Dio che non appare dominante ma vicino, umile, attento, un Dio che non sfrutta gli uomini ma li aiuta, li appoggia, li guarisce, è un Dio strano, troppo “umano”, troppo piccolo, troppo semplice. Maria e tutti i piccoli come lei, in primis Paolo, invece, saltano di gioia per questa scoperta stupenda, e anzi, sono doppiamente felici perché questo Dio tanto semplice e vicino è anche un Dio che responsabilizza, rende partecipi della sua vita, della sua forza, della sua gioia e dà, dà tutto e di più oltre misura, abbonda, spreca, e lo fa per amore.


Grazie a Maria vogliamo essere di quelli che non sciupano la grande occasione della vita: prendere con gioia tutto ciò che Dio ci dà e condividerlo, vantandoci della nostra debolezza, perché senza di essa, non avremmo bisogno di Dio, e se non avessimo bisogno di Dio, non gli apriremmo la porta del cuore e della vita.

La Via della felicità