venerdì 25 dicembre 2015
sabato 19 dicembre 2015
Conferme di Dio
IV
domenica di Avvento. Al centro della Parola di oggi (Lc 1,39-45) la figura di
Maria e quella di Elisabetta. Nel brano del viaggio mariano verso la Giudea, ci
sono molti verbi che indicano movimento, spostamento, passaggio da un luogo
certo ad uno meno conosciuto. Maria esce dal suo villaggio per andare incontro
a una persona di cui le ha parlato l’angelo, nel momento dell’annuncio, sua cugina
Elisabetta. Custode di un evento divino che ha tutte le caratteristiche di un
segno potente, simile a quello che Dio ha operato in Maria, col suo
concepimento. Maria viene confermata nella sua vocazione: sì, lei è la Madre di
Dio, dunque quello che Maria ha ascoltato nel suo incontro con Dio adesso lo
riascolta dalle parole umane di Elisabetta. Dio e l’uomo collaborano per aiutare ogni persona a camminare nelle vie
diritte, quelle disegnate da sempre dal Signore stesso. Altri verbi
ricorrenti sono infatti il salutare, il dialogare, il benedire, il lodare…
tutti aspetti che rimandano alla relazione. Solo nella fitta rete di relazioni
troviamo la via della vita. Dio si serve di tutto, eventi e parole, per
raggiungerci, indirizzarci, correggere il tiro qualora lo avessimo sbagliato.
Maria
ci insegna che per camminare sulla strada giusta, quella ricca di significato e
di bontà che Dio ha pensato per noi, non sono richieste speciali doti, quanto
invece la preghiera e la riflessione, che fanno leggere ogni vissuto alla luce della Parola ascoltata. Maria riceve
la conferma di parole e fatti prima ascoltati dalla bocca di Dio. Se non avesse
ascoltato non si sarebbe neppure messa in cammino e non avrebbe ricevuto alcuna
conferma. Allora in questo tempo che ormai si avvicina alla notte santa della
nascita di Gesù, facciamoci piccoli come Maria, ossia raccogliamoci nel segreto del nostro cuore e chiediamo allo
Spirito Santo di insegnarci le sue cose, di dirci la sua parola. Restiamo
raccolti e tenacemente rivolti all’interno, non per ignorare l’esterno, ma per avere
la luce e il senso con cui illuminarlo.
venerdì 11 dicembre 2015
Semplicemente gioia
III
Domenica di Avvento, detta Gaudete ossia della gioia. Il profeta Sofonia infatti invita gli
abitanti di Gerusalemme a rallegrarsi, a gioire con tutto il cuore perché hanno
accanto un Salvatore potente, Dio, il Dio vicino(cf. Sof 3,14-17). Anche Paolo
nella seconda lettura invita a stare sempre lieti perché il Signore è vicino (cf.
Fil 4,4-7). E nel Vangelo il Battista ricorda che presto la loro gioia sarà
piena con il dono dello Spirito Santo (cf. Lc 3,10-18). Una domenica mariana per eccellenza. Chi più di Maria ha avuto Dio
vicino? Chi più di lei ha sperimentato la gioia vera? Ma come fa Maria a gioire
e a chiederci di gioire, di non lasciarci appesantire dalla nostra debolezza e
dalle fatiche della vita?
Maria
nella sua fede profonda ha compreso che è Dio per primo a gioire di noi,
è Lui che, come dice ancora Sofonia, gioisce per noi, ci rinnova col suo amore,
esulta addirittura per noi con grida di gioia. Incontrare Dio significa
trovarsi davanti il mistero di un volto che è Padre e ha concentrato in sé all’ennesima
potenza tutto l’amore desiderabile, che si traduce in cura, custodia, premura,
attenzione, tenerezza, soddisfazione per noi suoi figli, per quello che siamo
ai suoi occhi. Maria ha fatto esperienza di questo volto, è entrata in contatto
con un Dio capace di gioire di felicità non perché un figlio è buono ma prima
di tutto perché esiste. Dio esulta di
contentezza per ciascuno di noi, come noi non facciamo mai invece per
nessuna cosa o persona. Siamo così lontani dalla trasparenza delle origini,
dalla nostra “nudità” spirituale da avere perso il gusto del sentirsi oggetto
di un amore tanto intenso quanto assolutamente puro e gratuito.
Maria ha scelto la
strada della gioia pura, lasciando perdere tutto quello che non era Dio, e poi,
Gesù. E così ha scoperto sempre più in profondità la dolcezza di vivere da
figlia amata. Questa è stata la sua gioia e questa gioia desidera anche per
noi. È una gioia possibile. La semplicità con cui Maria oggi ci dice che essere
gioiosi della vera gioia è possibile ci stimoli a una ricerca, a una domanda,
nel caso non l’abbiamo ancora ricevuta in dono. Maria è stata semplice perciò
ha incontrato Dio. Noi siamo chiamati a scendere dalle altezze delle nostre
complessità per imparare l’arte della
semplicità, che passa attraverso la serena accoglienza di quello che siamo.
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