sabato 25 giugno 2016

Decisi per il bene


«Ti seguirò. Prima però…»: è questa la frase che risuona maggiormente nel Vangelo di questa domenica (Lc  9,51-62) in opposizione all’atteggiamento completamente opposto di Gesù che «prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme». La nostra vita si adatta e si costruisce su Cristo. Quando il cuore sente che Dio lo chiama a conversione, che gli suggerisce di lavorare su se stesso e di puntare sull’interiorità, sul suo rapporto con Lui, bisogna mettersi in cammino. Non in un modo qualunque ma con determinazione, prendendo sul serio la sua voce. Maria davanti a questa decisione del Figlio non è rimasta indietro. Non ha scelto una via di comodo, non è stata sulla difensiva. Ha abbracciato la volontà del Padre con la stessa apertura di Gesù, senza nessun “però”. Ha ridotto al minimo la distanza tra lei e Dio in modo da vivere sempre concentrata sulla via che Lui le stava tracciando.

Affidarci a Maria ci aiuta a fare nostri i suoi stessi atteggiamenti. Maria ci suggerisce di non lasciarci distogliere da quello che non viene da Dio. Come lei è stata sempre serena tenendo a bada i cattivi pensieri, così possiamo fare noi. Si tratta di una strategia che lei come madre ci propone per non perderci dietro quegli aspetti negativi della vita che, se rigettati, non hanno alcun potere. Maria ha guardato Gesù e ha imparato da lui. Vedendolo tanto deciso nel bene, si è rafforzata nella determinazione a seguire le vie di Dio. Tutto quello che ha imparato dietro a Gesù, lo comunica  a noi. Abbiamo un immenso bisogno di imparare questo modo di custodire il cuore e tenerlo rivolto verso Dio. Nel concreto questo comporta l’impegno di non cedere all’impulso di andare dietro ai pensieri e ai sentimenti negativi. E ha come frutto la percezione della propria forza interiore, della capacità che Dio ci dà di seguirlo e basta, senza alcun “però”, facendo, come diceva san Massimiliano Kolbe, quel che stiamo facendo, senza badare a quella marea di forze negative che costantemente si aggirano intorno a noi, con lo scopo di strapparci dalla serenità che viviamo in Dio.


sabato 4 giugno 2016

Restituiti alla vita


«Egli lo restituì a sua madre»  (cf. Lc 7,11-17). In questa domenica il Vangelo offre alla nostra preghiera la scena della risurrezione del ragazzo di Nain. Il perdono di Dio è capace di staccarci dalla morte e farci rinascere a vita nuova, aprendoci delle possibilità che non avremmo neppure immaginato di poter sperimentare. In questa stupenda scena Gesù col suo tocco gentile – il tocco della grazia – risana la frattura che la morte aveva creato e ristabilisce l’unità.

Anche Maria fece una esperienza simile, anche per lei c’è stata la grande prova della morte di suo figlio seguita dalla sua risurrezione. Il Padre celeste restituì a Maria suo figlio Gesù, quando le concesse di poterlo riabbracciare risorto. Noi che ci affidiamo a Maria, e che abbiamo scelto di vivere nel suo Cuore di madre, protetti dal suo amore, impariamo da lei il coraggio di vivere e la bellezza di vivere. Lei ci ripete: “Coraggio, mio figlio Gesù ti restituirà la vita”. Dopo la morte, la vita. Dopo le tante morti, la vita. Ognuno di noi, se sta seguendo seriamente Cristo, sa che il chicco della sua vita deve morire per portare frutto, altrimenti resta sterile. Si deve disfare, perdere, per sentire fin nel profondo quanto è debole e incapace di trattenere la sua vita, di conservarla e farla fiorire.


Questa specie di morte però – se abbiamo il coraggio e la fede di accoglierla – è il preludio della nuova vita, di una nuova chiamata da parte di Dio. In genere Dio non dà un dono se sa che sarà sciupato. Prima zappa intorno alla vigna, la pota, la concima, costruisce un pozzo, un  recinto, come il buon agricoltore. Quando ci sono tutte le condizioni, lascia andare dal cielo il suo nuovo dono. Se ci lasciamo attraversare dal mistero della morte e dell’annientamento, se lo viviamo con fede, sentiremo un giorno Gesù che col suo tocco gentile ci chiederà di alzarci per una nuova chiamata, per un nuovo tragitto da fare insieme. Maria ci suggerisce di vivere con fede il tempo in cui il nostro chicco di grano si disfa nel terreno, perché nella misura della nostra disponibilità a lasciarci trasformare, riceveremo direttamente dalle mani di Dio il dono di una nuova chiamata all’amore. 

La Via della felicità