sabato 13 agosto 2016

Massimiliano Kolbe, debolezza e santità


14 agosto – festa di san Massimiliano Kolbe

«Io pure sono debole e capace di cadere ad ogni istante, qualora l'Immacolata ritraesse la propria mano infinitamente misericordiosa; anzi, al giudizio di Dio vedremo se non è vero che io sono stato molto più debole di voi e se non è stato proprio per questo che l'Immacolata si è degnata di mostrare attraverso me quelle meraviglie che avete visto con i vostri occhi, che avete udito in Polonia e che state guardando anche ora. Nelle opere dell'Immacolata, infatti, avviene di solito così».

Se è vero che i santi sono stati uomini e donne come noi, deboli e tentati, questo è evidente anche dalle stupende confessioni che san Massimiliano ha lasciato, come questa scritta dal Giappone, dove nel ’30 era iniziata la nuova realtà della Città dell’Immacolata con gli “occhi a mandorla”. Quello che sentiamo di dover fare sempre più nostro, se vogliamo anche noi essere santi, è arrenderci alla nostra personale debolezza e incapacità e lasciare che Dio operi liberamente in noi.

Capire questo non è sufficiente, ovviamente. Ma se il nostro cuore è attratto e convinto da questa verità, allora possiamo incamminarci sereni sulla strada delle vera gioia in cui il Signore ci assisterà sempre accompagnandoci passo passo fino al pieno compimento del suo progetto di amore. Occorrano anni, tempi lunghi, perché il nostro spirito si lasci formare e trasformare, per cui abbiamo bisogno di pazienza, di entrare in quel laboratorio che è la nostra vita e permettere a Dio di lavorare.


Le meraviglie di cui parla padre Kolbe e che Maria riuscì a operare attraverso di lui sono dovute proprio alla sua umiltà, al fatto che Massimiliano un giorno si arrese alla sua debolezza e su questa basò tutta la propria forza, con fiducia e ottimismo. Il peggio che gli poteva capitare, ne era convinto, era morire, ma questa eventualità la considerava un dono e un bellissimo regalo, perché sarebbe andato prima in cielo, in paradiso. Leggerezza di un cuore santo che se è diventato santo è stato grazie alla sua umiltà che gli ha fatto occupare senza resistenza quel posto che Dio nella sua bontà gli aveva proposto. Che padre Kolbe ci ispiri e ci dia la sua gioiosa leggerezza di vivere!

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