sabato 17 dicembre 2016

Non temere di prendere Maria

«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo» (Mt 1,18-24). Quello che pensi, non è quello che pensa Dio. In questa quarta domenica di Avvento, mentre sentiamo più vicina la venuta di Gesù, siamo toccati da una parola che scava in profondità e ci mette davanti alle nostre resistenze, perché le guardiamo e le riconosciamo. E poi facciamo il gesto interiore di offrirle a Dio perché le dissolva, liberandoci. Maria, l’Immacolata, lei non ha fatto esperienza di resistere a Dio. Questa sua statura spirituale l’ha resa nostra madre, oltre che madre del Signore. 
Ed è a lei che veniamo affidati anche noi da Dio quando ci dice di non aver paura di metterci totalmente sotto la sua protezione, perché di lei possiamo fidarci al cento per cento. Come di Dio.


Giuseppe siamo noi quando siamo incerti e invece di romperci la testa per escogitare delle soluzioni, ci lasciamo raggiungere da una voce altra, che non è la nostra. Invece può accadere che, intenti nel lavoro o nelle faccende legate alla gestione della famiglia e della vita, diamo più peso all’aspetto razionale, al pensiero e al ragionamento, correndo il rischio di usare gli stessi criteri con Dio. Rischiamo ogni istante di sbilanciarci verso il ragionamento. Maria, che ci parla nella sua fede pura e salda, del coraggio di credere col cuore, ci aiuta ad assumere un atteggiamento differente. A staccare la spina dal puro pensiero, per respirare coi polmoni del cuore. La fede è come la poesia, è come la musica, è come il profumo… sprigiona tutta la sua forza anche conoscitiva quando apriamo la bocca al canto e quando spargiamo profumi al vento. È un modo di conoscere per connaturalità, direbbe san Tommaso, cioè per una affinità interiore, una familiarità che è già da sola prova di quello che non si vede. Che meravigliosa apertura del cuore sentiamo oggi nell’ascoltare ancora Dio che ci ripete: «non temere di prendere con te Maria». Non avere paura di giocarti la vita puntando tutto sul linguaggio del tuo cuore. In questo centro misterioso in cui tu in verità risiedi, con la tua unicità, proprio qui puoi fare la differenza. 


E se come Giuseppe avremo il desiderio di lasciarci affascinare da questo invito, sarà Maria stessa, come ci ricorda san Massimiliano Kolbe, a suggerirci i passi successivi. Lei che potentemente intercede per noi un cumulo immenso di grazie, la maggior parte delle quali purtroppo cadono nel vuoto perché non c’è chi se ne faccia carico. Forse allora il miglior modo per mettere in pratica questo invito divino di oggi è quello di pregare, intessendo un dialogo sincero con Maria e chiedendo a lei di essere introdotti nella fede salda che è capace di spostare le montagne. Il cuore ha questo potere, tutto da scoprire.

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