sabato 11 febbraio 2017

Questione di pienezza

«Dare pieno compimento». Gesù in questo Vangelo domenicale (cf. Mt 5,17-37) parla di sé e parla di noi. Di sé dice che non è venuto per togliere tutto quello che nella storia della salvezza era stato così faticosamente costruito. C’erano voluti secoli e secoli per educare l’uomo a una visione diversa, che non rimanesse prigioniera dell’immediato e del limitato, ma si sentisse sotto lo sguardo di un Dio Padre. Dio aveva sudato sette camicie per far sentire ad ogni figlio che non era solo, che c’era Lui a portarlo in braccio, ad abbassarsi fino a terra per dargli da mangiare, prendendosi cura di lui. Gesù non si sogna di tagliare questa storia d’amore anzi desidera andare ancora più in profondità e attingere alla sorgente stessa della verità. Quello che conta è sapersi sotto questo sguardo d’amore, da qui nasce tutto il resto.

Nasce la voglia di amare, di scegliere il bene, di essere onesti, trasparenti. Da qui nasce la consapevolezza di impegnarsi a non creare fratture nelle relazioni e a lavorare per ristrutturarle, nel caso siano state rovinate. Gesù premia la buona volontà. Si commuove quando un figlio attiva tutte le sue energie interiori per non cedere all’egoismo e per far passare il bene. Gioisce quando vede in noi la volontà di essere retti, di essere franchi, preferendo la debolezza alla doppiezza.


Se questo compimento che è una grande liberazione è stato possibile, ciò si deve anche al sì di Maria. Anche di lei si dice che si trovò nella pienezza, nel compimento, che vi partecipò. Qualcosa con Maria è giunto alla sua piena maturazione. È il desiderio di Dio per l’uomo. Noi che ci siamo affidati a lei e che ogni istante sappiamo di averla accanto come madre, sentiamo quanto è importante fare memoria di questo desiderio. Possiamo trovare la forza di vivere perché ci sappiamo sotto lo sguardo di Dio. La nostra gioia è lì. Maria ce lo ricorda, accarezzandoci ce lo fa sperimentare. Ci indica questo sguardo innamorato di Dio e ci dice che è rivolto a noi. La madre, lo
sappiamo, è per sua natura specialista della memoria. Come potrebbe essere diversamente per Maria? Quello che lei oggi ci ricorda è che siamo stati liberati da Gesù e che per restare liberi dobbiamo fare il piccolo sforzo di chiudere gli occhi e contemplare, ad ogni istante, lo sguardo di Dio posato su di ciascuno di noi.  

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