sabato 24 giugno 2017

Confida in Dio e in Maria e avanti!

C’è paura e paura! Una paura che nasce dall’avere dubbi sul senso della vita e che quindi è il segno di una mancanza che va colmata con una ricerca sincera della verità. E una paura che potremmo definire “sana” perché deriva dalla consapevolezza del potere della nostra libertà, che può spingersi così tanto in là nell’adesione al male da farci rischiare la vita eterna. È come se Gesù oggi ci dicesse: “Non avere paura, figlio, figlia, ma è bene che tu abbia timore davanti alle possibilità della tua libera scelta”. Per chi riconosce Dio come Padre, la vita rinasce. Sotto il suo sguardo e la sua protezione non c’è nulla da temere, altro che assicurazioni sulla vita! Gli occhi del Signore sono sempre su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia, su chi, in definitiva, vive da figlio.

Perfino Maria, l’umile, piccola serva del Signore, è rimasta turbata e scossa davanti alle manifestazioni di Dio, e ha sentito quel sano timore davanti al Padre celeste che l’ha portata a dire i suoi sì. Maria sapeva che solo Dio conosce la via da percorrere, la nostra intelligenza è limitata, e per quanto retta e ben orientata, è pur sempre carente per sua natura. Ecco allora che affidarci a lei ci fa entrare in questo dinamismo di fiducia per cui sappiamo che neppure un capello del nostro capo andrà perduto e che la parte che spetta a noi in questo meraviglioso progetto di amore e di salvezza è quello dell’accoglienza che si fa vita. Una vita che diventa testimonianza.

Gesù parla di luce e di tetti per indicare che non dobbiamo avere alcun timore nel vivere in trasparenza tutte le esigenze del Vangelo. Si deve vedere che siamo suoi figli. Perché in questo modo gli occhi di chi ci guarda saranno stimolati a sollevarsi verso l’alto. E a porsi qualche domanda sulla vita e sulla vera direzione di essa. Allora comprendiamo perché san Massimiliano Kolbe ricordava di «non porre la fiducia in te stesso; in ogni cosa confida totalmente nella misericordia divina che ti conduce per mezzo dell'Immacolata»: non per scarsa autostima, ma perché aveva coscienza di non poter cogliere, con la sua mente limitata, se non un barlume della verità e che quindi senza un fiducioso e costante abbandono nelle mani del Padre e dell’Immacolata né lui né altri sarebbero riusciti a realizzare, nella vita, quanto Dio aveva pensato. Allora sentiamoci spronati da padre kolbe che parlando al nostro cuore ci ripete: «Confida illimitatamente nell'Immacolata e avanti!».

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