sabato 15 luglio 2017

Il 100 di una vita piena

"Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto: il 100, il 60, il 30 per uno" (Mt 13,1-23). Questione di accoglienza, sembra dirci Gesù in questo Vangelo della domenica. La vita divina è un dono per tutti. Il seminatore non è avaro né di parte. Tutto quello che ha, lo elargisce con larghezza, con generosità spingendosi anche nei luoghi in cui - umanamente parlando - ci sono poche possibilità di riuscita. Durezze e aridità sono le tante forme di difesa con cui il cuore dell'uomo evita il confronto con sé stesso e con la verità. Il risultato però è mortificante: si finisce inariditi, soffocati e bruciati dal restare ripiegati su se stessi. Una vita senza ossigeno né fecondità. È vero, quando Dio entra nella nostra vita, non lo fa per farci rimanere tale e quali a prima. La sua creatività d'amore ci spinge sempre a nuove conversioni. Dopo che per anni abbiamo lavorato su un aspetto del nostro atteggiamento interiore, ecco che Lui ci raggiunge con nuove chiamate. Potature necessarie perché la nostra pianticella dia frutti abbondanti. Capire questa pedagogia di Dio Padre ci è di grande aiuto nel cammino. Ci fa guardare le vicende della vita con i suoi occhi. Quello che in apparenza può limitarci e porci dei freni nella realizzazione personale, diventa invece il modo migliore per trasformarci nel profondo e, attraverso percorsi anche dolorosi, generarci a vita nuova. Quante volte  mentre viviamo dei passaggi vitali importanti, ne sentiamo il peso, e tuttavia sappiamo che in qualche modo è un bene per noi e in seguito - col senno di poi - riconosciamo le orme di Dio e siamo capaci di vederne i frutti. Sappiamo che siamo cresciuti, tocchiamo con mano l'ulteriore cambiamento, gustiamo questo nuovo dono di libertà. E non riusciamo più a considerare negativo quel tempo, perché è stato proprio il restare in quel tempo a far morire qualcosa in noi perché potesse nascere il nuovo.

L'accoglienza della Parola è questo accettare il processo e molto altro ancora. Lo sa bene Maria, che ha inteso la sua esistenza come un itinerario a tappe in cui imparare da Dio a vivere. Lei è l'unica persona in cui il seme gettato ha dato il 100 per uno. Per noi è rassicurante sapere che le cose in lei sono andate così. Perché guardando ai distacchi e alle sofferenze che hanno costellato la sua vita, impariamo a non valutare superficialmente le prove e le fatiche legate al vivere, ma ci impegniamo come lei a glorificare Dio Padre con la testimonianza della nostra gioia coraggiosa. I santi, è stato detto,  sono il successo di Dio,  la dimostrazione di cosa può fare Dio quando la creta di cui siamo fatti non si oppone alla sua mano creatrice. Santa Maria ci fa desiderare la dolcezza di una vita accogliente, lasciata alle mani sapienti di Colui che è Padre e dà fiducia a ciascun suo figlio,  dotandolo delle opportunità per dare il meglio di sé e magari - di donazione in donazione - avvicinarsi a quel 100 che è la vita piena e realizzata. 

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