sabato 2 settembre 2017

Pensa come Dio

«Non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini» (cf. Mt 16,21-27). Come pensa Dio? Come gli uomini? Il sasso su cui Pietro inciampa è il dolore. La paura di entrare in un tunnel di sofferenza e fortissimi traumi psicologici e spirituali lo blocca. E lo spinge a rimproverare il Signore. L’uomo cerca di zittire la vita quando questa gli viene incontro con lo sguardo torvo della sofferenza. Come non comprendere questa che è l’esperienza basica di ogni essere umano? Gesù stesso ha avuto paura, angoscia, però ha anche accolto totalmente il dolore senza opporvi resistenza. Non ha costruito barriere, ha avuto la forza di farsene attraversare, vi si è immerso – nella sofferenza – come nelle acque di un battesimo misterioso.

L’uomo preso così com’è cerca il benessere, evitando accuratamente ogni intrusione da parte del dolore. E così si indebolisce, perché nega la realtà e accumula paure. Il credente cerca di donare se stesso e il bene che ha ricevuto da Dio e così non cerca le vie più comode, ma semplicemente vive, accetta la realtà per quella che è e lì agisce, lavora, si muove, all’interno di un intreccio complesso di relazioni e di vicende non sempre facili in cui per sbrogliare la matassa c’è da soffrire tanto, da portare pesi non propri e da amare senza misura. C’è da rimetterci, da pagare di persona. L’esperienza ci dice che più accogliamo il sacrificio, più il nostro cuore si dilata. Una regola che non è secondo il pensiero dell’uomo naturale, ma secondo il pensiero di Dio.

Tutto questo Maria lo ha vissuto in prima persona. Nessuno di noi avrebbe mai pensato che la vita avrebbe riservato a una creatura tanto pura e mite dei tagli così profondi. Non ha avuto alcuna possibilità di sentirsi seppur in maniera minima gratificata in un bisogno pur legittimo come quello di essere madre. Gesù era solo un neonato tra le sue braccia e già si conficca nel suo cuore una profezia oscura, che parla il linguaggio neppure tanto velato del dolore e della morte. Maria ha raccolto a ogni istante le gocce di grazia che le venivano dal Padre e ha fatto delle sue promesse e della sua fedeltà la sua forza e il suo appoggio. Lei ci aiuta a non avere paura del dolore e a viverlo in Gesù, che quel giorno disse con chiarezza e profonda accoglienza: “Devo andare a Gerusalemme, soffrire, venire ucciso e risorgere”.


Nessuna situazione ci spaventi, fosse anche la più cupa: c’è una risurrezione misteriosa che fa crescere i fiori più belli tra le pietre più aride. Solo per chi avrà attraversato il deserto, senza fuggire il dono di un Dio che è Padre e che proprio in quelle condizioni si fa presente con il suo amore indistruttibile. 

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